html5 e legge Stanca: amici o nemici?

Realizzando un sito web per una pubblica amministrazione si dovrebbero soddisfare i 22 requisiti tecnici previsti dalla legge 4/2004 sull'accessibilità, più conosciuta come Legge Stanca.
Il condizionale è d'obbligo, perché non mi sembra che la pena (nullità del contratto e responsabilità dirigenziali e disciplinari) prevista per chi non soddisfi tali requisiti, sia mai stata applicata in quasi un decennio dalla pubblicazione della legge. Certamente non perché tale legge sia universalmente applicata, è vero invece l'esatto opposto: tralasciando i tanti che ignorano anche i più semplici criteri di accessibilità, anche andando a cercare tra chi ha perseguito con determinazione tale obbiettivo (compresi quelli che si fregiano del logo di accessibilità), è praticamente impossibile trovare un sito di una pubblica amministrazione che soddisfa tutti i requisiti.
Si potrebbe pensare che la legge Stanca richieda la perfezione, e la perfezione non è umanamente raggiungibile. Ma oltre essere una magra consolazione, questa non è la giusta prospettiva.
La legge italiana sull'accessibilità, oltre essere "Stanca" è diventata con il passare del tempo sempre più vecchia. Lo scenario tecnologico che si presentava all'epoca era molto diverso da quello attuale, e nonostante probabilmente ci fossero i buoni propositi perché ciò che veniva scritto nella legge potesse essere a prova di evoluzione tecnologica, purtroppo ciò non è successo.
Nel requisito 1, viene richiesto di:

Realizzare le pagine e gli oggetti al loro interno utilizzando tecnologie definite da grammatiche formali pubblicate nelle versioni più recenti disponibili quando sono supportate dai programmi utente. Utilizzare elementi ed attributi in modo conforme alle specifiche, rispettandone l’aspetto semantico. In particolare, per i linguaggi a marcatori HTML (HypertText Markup Language) e XHTML (eXtensible HyperText Markup Language):
a) per tutti i siti di nuova realizzazione utilizzare almeno la versione 4.01 dell’HTML o preferibilmente la versione 1.0 dell’XHTML, in ogni caso conDTD (Document Type Definition - Definizione del Tipo di Documento) di tipo Strict;
Già dall'epoca della formulazione del requisito, nonostante gli sforzi da parte del W3C di definire degli standard formali sul linguaggio, l'applicazione di questi standard da parte dei produttori di browser è sempre stata abbastanza carente, primo fra tutti da parte di Internet Explorer.
Ai tempi della pubblicazione della legge Stanca, con l'xhtml nella versione 1.1 già disponibilie, il W3C lavorava per definire le specifiche dell'xhtml 2.0.
Ma sia l'xhtml 1.1 e soprattutto l'xhtml 2.0 minano alla base uno di quelli che dovrebbe essere principio dell'accessibilità, ovvero la compatibilità con i browser degli utenti.
Ed è proprio nel 2004 che si formò il gruppo WHATWG entrando in diretto contrasto con il W3C per questa sua volontà di "spezzare" il web dall'html verso l'xhtml, con tutti i problemi di compatibilità che tale scelta avrebbe comportato. Oggi possiamo dire che il WHATWG ha vinto quella battaglia, creando lo standard html5 che è stato poi adottato dal w3c, è l'xhtml 2 è morto per la stessa mano del W3C, mentre sono sempre più i siti sviluppati in html5 (anche per le pubbliche amministrazioni).
Nel definire l'html5 e nel farlo evolvere, uno dei principi di base è sempre stato quello di garantire la retro-compatibilità: le nuove caratteristiche vengono create sicuramente per innovare, ma con un occhio di riguardo alla possibilità che anche gli utenti non dotati di certe caratteristiche possano accedere ai siti. E non c'è un passaggio da una versione ad un'altra, ma (per usare una definizione dello stesso whatwg) le specifiche sono un "Living Standard", ovvero vengono continuamente aggiornate, per fare in modo che le specifiche e la loro implementazione nei browser siano sempre più allineate e funzionanti. Questo linguaggio sembra quindi volersi liberare dello stato di "Strict" del llinguaggio, e lo stesso w3c fissa al 2014 la data nel quale potrà pubblicare una Recommendation per questo linguaggio.
Detto questo, l'html5 ha sicuramente molti più strumenti per dare maggiore accessibilità alle pagine web di quanto non ce l'abbiano i suoi predecessori: sia riguardo alla compatibilità con i vari strumenti che gli utenti possono utilizzare, sia riguardo agli utenti che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari: l'html5 ha una ricca dotazione di strumenti a tal proposito.

La legge Stanca, nata per promuovere l'accessibilità, se interpretata in modo rigoroso (talebano, per richiamare l'aggettivo con cui era stato apostrofato Roberto Scano) senza tener conto dello scenario attuale (gli utenti, gli strumenti che utilizzano, e le relative tecnologie), rischia piuttosto che favorire l'accessibilità, di mortificarla.

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